Introduzione di Angelo Pucci
San Pellegrino, verso il millennio con la voglia di rinascere!
Finalmente un’estate senza polvere
Fonti: L’ECO del Serrasanta, 21 settembre 2003
L’estate che si avvia alla conclusione ci ha restituito immagini e atmosfere di cui, da qualche anno, non eravamo più abituati a fruire.
La piazza, dopo la conclusione dei lavori di ricostruzione delle case danneggiate dal terremoto, è stata restituita alla sua destinazione naturale, cioè quella di punto di incontro della popolazione in qualsiasi momento della giornata, in particolare durante le lunghe serate estive. Per la prima volta, dopo anni, la polvere è scomparsa dalla via principale, grazie all’asfalto applicato intorno alla metà di agosto dell’anno scorso, anche con qualche settimana di anticipo grazie all’intervento personale del sindaco.
Davanti al circolo, partite a carte e conversazioni sui massimi e minimi sistemi hanno tenuto banco, mentre la piazza era costantemente popolata da schiere di ragazzini intenti a divertirsi con palloni e biciclette, sotto l’occhio vigile di mamme e papà in modo che nessuno sconfinasse inavvertitamente sulla strada, dove purtroppo spesso sfrecciano automobilisti irresponsabili ad una velocità non consona ad un centro abitato e ad un momento così intensamente frequentato: ragion per cui è stata inoltrata al comune una petizione che chiede la messa in opera di dossi per rallentare drasticamente la velocità del traffico.
Mèta di altri è stato il campo di bocce, rimesso a nuovo dalla società bocciofila, costituitasi già l’anno scorso, che anche quest’anno ha continuato la sua attività con l’organizzazione di tornei e serate amichevoli.
Abbiamo rivisto qualche faccia rediviva, assente dal paese per molto tempo per mancanza di un posto dove alloggiare; i Sanpellegrinesi residenti hanno lasciato quasi tutti il campo container e il paese torna alla sua condizione naturale; sembra che il tempo sia tornato indietro, al periodo pre-sisma. Ovviamente, non del tutto: rimane da ricostruire il “Buco” e il “Castello”, ma si intravede ormai chiaramente la fine del lungo tunnel in cui il terremoto ha convogliato il paese.
Dal Millennio verso il futuro
Ma c’è di più: nel 2004 si celebrerà il millennio del passaggio del pellegrino. L’Associazione Maggiaioli sta lavorando all’elaborazione di un programma ricco di eventi e manifestazioni che si dovrebbero protrarre lungo l’intero arco dell’anno. E i Sanpellegrinesi, sulla scia di questa ricorrenza, si stanno interrogando e attrezzando per trasformare l’evento in una occasione di rinascita della frazione, con una prospettiva che va ben oltre la semplice organizzazione di una festa annuale, magari più elaborata delle edizioni precedenti.
Quale sarà il futuro di San Pellegrino nei prossimi dieci e venti anni e oltre? Quale impatto può avere la nuova viabilità con la Perugia-Ancona che passa a poche centinaia di metri? Quali ricadute positivo potrebbe avere la costruzione dell’ospedale unico a Branca? Le idee fioriscono, sia a livello di proposte da avanzare ai poteri pubblici, sia di iniziative private che si potrebbero allacciare alle nuove situazioni.
Il paese dispone di una sua storia, di un suo patrimonio artistico e culturale, di potenziali contenitori che, una volta ristrutturati, potrebbero essere utilizzati per la ricettività e per l’organizzazione di eventi culturali e formativi, e soprattutto di intelligenze e volontà pronte a scendere in lizza per la rinascita e lo sviluppo di San Pellegrino.
Pellegrino che va, pellegrino che viene
Il Millennio viene quindi considerato, non come un approdo dopo mille anni dalla venuta di quello sconosciuto che, respinto dal guardiano del castello, se ne andò a morire travolto dal temporale nel fosso più a valle del paese, ma come punto di partenza di una nuova era per un paesino che, nel corso della sua storia millenaria, ha visto partire pellegrini per i quattro punti cardinali. Per ultimi, tutti coloro che per tutto il secolo scorso sono partiti per altri lidi: Alcuni sono tornati definitivamente ed altri tornano ad intervalli regolari, altri invece non l’hanno più rivisto. Ma sfido che nessuno mai l’ha dimenticato. Come quel Pietro “di Giovanni” Giombini che se ne andò per mare verso il Nuovo Mondo alla fine del XIX secolo con una valigia di cartone piena di speranze e che deve aver raccontato spesso ai suoi figli e nipoti a Buenos Aires di quel piccolo borgo ai piedi dell’Appennino umbro-marchigiano, dato che suo nipote, l’avvocato Juan José Giombini, più di cento anni dopo la partenza dell’avo, è tornato a San Pellegrino dal 23 al 24 luglio di quest’anno per una troppo breve visita.
Il nostro non è più un tempo di pellegrini in partenza, ora i pellegrini sono di nuovo in arrivo, anche a San Pellegrino, come mille anni fa. E saranno sempre di più, in Italia e in tutta Europa, provenienti dalle zone dannate della terra in cerca di una vita dignitosa. E così, il caso o la Provvidenza vuole che mille anni dopo la cacciata del viandante dal castello, ci viene riproposto il dovere dell’accoglienza e dell’ospitalità per chi sceglie di vivere nel nostro paese.
Ci piace pensare che nel 2004, contrariamente al 1004, non ci sia nessun cattivo guardiano del castello a cacciare chi viene in cerca di asilo.
Ci piace pensare che saremo in grado di lasciare alle generazioni che si affacciano e a quelle future un paese in cui sia piacevole crescere, giocare, studiare e lavorare.
Ci piace pensare che il Millennio sia l’inizio di un San Pellegrino che rinasce e rivive … per altri Mille Anni.